REFLESSOLOGIA PLANTARE


«Nella mia tribù la reflessologia plantare è considerata una pratica di massaggio molto importante e fa parte di una cerimonia sacra a cui partecipano tutti. I piedi poggiano sulla terra e grazie ad essi lo spirito si collega all'universo. I piedi rappresentano il nostro contatto con la terra e con le energie che la percorrono».
Jenny Wallace, indiana Cherokee del clan dell'Orso.
Sono una parte del corpo sempre più trascurata, eppure ci portano ovunque e rappresentano al contempo le nostre radici e la nostra libertà. Indovinate un po' di cosa si parla? Già, proprio dei nostri piedi, il nostro legame con la terra, ma anche lo strumento che ci permette di muoverci su di essa e di esplorarla. Una parte del corpo affascinante se si pensa a quanto sia piccola, in proporzione al peso che deve trasportare. Anche il grande Leonardo da Vinci se ne era interessato, definendoli «un'opera d'arte, un capolavoro di ingegneria».



La tradizione del massaggio dei piedi affonda nella notte dei tempi.

Alcuni ritengono sia nata in Cina, all'incirca 5000 anni fa, ma non ci sono prove a supporto di questa teoria.
Se ne ritrovano tracce nella necropoli di Sakkara in Egitto, dove, un pittogramma su papiro (risalente al 2500-2330 a.C.) testimonia l'usanza di questa pratica. Il reperto raffigura due uomini dalla pelle scura intenti a massaggiare mani e piedi di altri due uomini dalla carnagione più chiara.
Ritroviamo questa tradizione anche tra gli indiani Cherokee del Nord Carolina. Secondo alcuni sarebbe stata trasmessa loro dagli Incas.
Le teorie sulle origini restano quindi controverse, ma ciò che è certo è che il massaggio del piede è un'usanza universale, che attraversa i secoli e i continenti, e che è stata utilizzata da più popoli a scopo di mantenere il benessere psicofisico.


Come nasce la reflessologia plantare moderna

L'attuale reflessologia occidentale affonda le sue radici in questa tradizione millenaria, ma assume i suoi peculiari contorni alla fine del 1800. 
Nella nebbiosa Londra, Sir Henry Head, alle prese coi suoi studi neurologici, scopre che alcune zone della pelle mostrano una particolare sensibilità se sono collegate ad un organo che presenta un malfuzionamento. Da qui nasce l'ipotesi che diverse parti del corpo abbiano una  corrispondenza sulla pianta del piede.
Queste prime osservazioni sono approfondite dal medico americanoWilliam Fitzgerald. Egli scopre che esercitando la giusta pressione sulle dita si può ottenere un effetto anestetico su braccio e spalla, fino ad arrivare a mascella, viso, occhio e naso. Partendo da questa osservazione, individua i punti di riflesso che anestetizzano le diverse zone del corpo.
Nel 1919 Joseph Shelby Riley approfondisce gli studi e traccia una prima mappa delle zone riflesse del piede.
Sarà Eunice Ingham ad attribuire un valore scientifico agli studi fatti di Fitzgerald e Riley. Dopo aver approfondito il massaggio zonale, si convince che i migliori effetti si possano ottenere concentrandosi proprio sui piedi, in quanto particolarmente sensibili.


La reflessologia: una tecnica olistica

La reflessologia, quindi, non è da confondere con il massaggio del piede, poichè a differenza di questo, va ad agire su punti specifici che stimolano gli organi corrispondenti.
L'obiettivo della seduta di reflessologia è quella di riportare equilibrio nel sistema psicofisico dell'individuo. Attraverso questa tecnica è possibile raggiungere un profondo rilassamento, punto di partenza per stimolare le energie di autoguarigione. Corpo, mente e spirito ritrovano il loro bilanciamento, snaturato da vita stressante, squilibri legati all'alimentazione, da cattive abitudini o ma anche da atteggiamenti ed emozioni negative in generale.
Questa tecnica è da considerare olistica (dal greco olos che significa "intero") poichè prende in considerazione l'individuo nella sua globalità e cerca di riportare equilibrio, bilanciando le sue energie e lavorando contemporaneamente su corpo, mente e spirito.



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